Dicono di me

Ogni tela un mare d’erba nel vento

Ogni segno un sussurro di  voce

Ogni colore una nota sinfonica

Ogni tratto una parola del cuore

Ogni ombra un’ assolo dell’anima

Ogni linea un sentiero tracciato

Di libertà   Di eternità    

 

La danza è un gabbiano che vola

Lontano nel vento

sul mare al tramonto

bellezza assoluta

solo forma e colori

dolci note dell’anima

 

La danza … ali dipinte a memoria

Nei gesti scolpiti più vivi

per sempre una volta

Nei colori dei campi di maggio

Nella mano leggera che avvolge di vita

L’universo dei tuoi occhi svelati

 

 

 

 

 

 

"L’ espressività figurativa di Anna Monterotondo si caratterizza in un segno deciso di azione morbida e trasparente.

Non sussistono ambiguità, indecisioni o incertezze. I segni si snodano e dipartono in direzioni denotative e modalità implicite, con una naturalezza disarmante, come fossero la manifestazione più scontata della rappresentazione visiva del suo pensiero.

I tratti cromatici si susseguono incalzanti  in ritmi vertiginosi d’immedesimazione realista, aggredendo quasi la tela con iperboliche citazioni espressioniste. è assente qualunque deriva nichilista o fuga retorica in espressività formali o astratte.

Figure, oggetti e azioni emergono con  decisa prepotenza  da sfondi mai banali, semplificati nella loro consistenza essenziale e per questo ancora più esteticamente apprezzabili.

I testi dell’artista sono rappresentazioni della realtà sensibile. dense di vitalità e concretezza naturale, dove segno e colore rimandano ad esperienze vissute."

                                                         Renzo Polidoro

 

 

 

 

 


 

Discorso Inaugurale Mostra Personale Presso Famijia Moncalereisa

Novembre 2011

 

"La Famjia Moncalereisa ospita con piacere la personale di pittura di Anna Monterotondo.

Un’ artista impegnata da tempo in una ricerca attenta e di significativa operosità. Attiva in varie esposizioni collettive, personali e presenze alla Piemonte Artistico Culturale ed alla Promotrice di Belle Arti nell’ambito torinese.

Nella lettura delle opere che ci presenta in questa mostra, cogliamo i ragguardevoli spunti delle sue emozioni creative, improntate in un contesto figurativo ed aderente alla realtà dalla quale ne coglie i significati più nascosti,riproponendoli in immagini che coinvolgono.

Lontana da schemi di astrusa interpretazione e da inediti giochi mentali l’artista ci offre variati soggetti.

Davanti alle vedute ed agli scorci paesaggistici, alle composizioni con figure ambientate, ed alla scelte delicate dei temi floreali, scorgiamo i tanti luoghi e le pause della memoria dalla quale attinge l’espressività che a tratti pare sospesa fra realtà e apparenza.

E quando la fantasia della pittrice si fa più ardita e sgorgano più improvvise ed incisive le sensazioni che vuole trasmettere ecco che il suo messaggio ne cattura tutta la contemplazione che si arricchisce di sereni accenti di poesia.

Evidenzierei il lato poetico perché la poesia è un mondo vivo e palpitante che in tutti i tempi non s’è contaminato.

 

Dell’artista poi è da porre in evidenza la padronanza del disegno che ha esercitato sin da bambina ritraendo figure e copie dal vero.

 

Il disegno d’altra parte è sempre stato considerato fondamento del buon dipingere ed un quadro non sorretto dal disegno è un corpo senza scheletro, una cosa fabbricata senza un abbozzo di progetto.

 

Sul versante dei colori, che rimandano al reale dei temi proposti e tendono ad accordare soluzioni tra i diversi piani più marcati oppure attenuati da sfumature , frutto questo delle ricerche che la pittrice ha esercitato con le tecniche dell’acquerello e dei colori ad olio, si rileva la conoscenza delle mescolanze e la capacità di armonizzare le tonalità che avvalorano il dipinto dal lato emozionale.

Come esempio, è significativo il dipinto riprodotto sui manifesti e le locandine della mostra; un olio su tela dal titolo “Tango al tramonto”.

Due figure in atteggiamento danzante. L’artista ha colto “un momento”, un “improvviso” costruito su di una realtà inventata ma naturale, centrata in un contesto scenico del tutto particolare, dove ci coinvolge pure il dinamismo di un segno appropriato.

 

Il “tango” in questo dipinto non si valorizza mediante una scenografia di palcoscenico, da una ribalta di luce e colore.

Il movimento gioioso del ballo si contrappone ad un muro cadente e sbrecciato, lungo una strada illuminata dalla luce radente dell’ultimo sole.

Potrei dilungarmi ancora nel citare dipinti che catturano l’attenzione critica come “Caffè con dehor”.Un olio dove sedie e tavolini, in un dehor in attesa degli avventori, sono i motivi dominanti.

Uno scorcio scenico comune che nel reale osserviamo con distacco senza particolare interesse.

L’artista crea un momento estetico con un ordinato dosaggio di incisivo disegno ed equilibrate tonalità coloristiche di marcato espressionismo e ci propone una scena di originale atmosfera ed effetto pittorico.

 

Termino queste note che considero accenni di critica costruttiva per lo spettatore che voglia assaporare,dalle opere esposte, una serena contemplazione di sentimenti suggestivi.

 

Ad Anna Monterotondo auguro consensi significativi,ricordandole che questa sua personale non la viva come un traguardo finale del suo operare in campo artistico perché in pittura non ci sono punti di arrivo definiti ma piuttosto tante tappe che vogliono essere poi tanti impulsi creativi sempre più impegnativi ed esaltanti."

                                            Giovanni Polinetti

 

Neve solitaria

 

Un attimo solo del tempo, fermato nel tempo di un momento di rara intensità espressiva e di equilibrio compositivo.

 

La calma ovattata del manto nevoso che avvolge di una coltre omogenea tutto lo spazio visibile e che si perde all’orizzonte fin dove arriva lo sguardo si fonde nell’equilibrio olimpico del soggetto che incede in prospettiva sicura nella sezione aurea del campo visivo.

 

Sembrano sentirsi gli odori acri della neve d’inverno sulla terra bagnata e del vento sui rami spogli degli alberi a lato.

 

Tutto il paesaggio si distende tra le linee verticali degli alberi e la prospettiva stradale in un incrocio armonico di vettori e di  forze che si compensano e che sospingono il ciclista con il suo ombrello rosso a staccarsi dal grigio dominante. Colore rosso dell’ombrello che si separa con calore e con misura dallo sfondo e che pur allontanandosi raggiunge, coinvolge, rapisce l’attenzione del lettore, intrigandolo  nella magia dell’opera dove la circolarità e il peso cromatico dell’ombrello si contrappongono all’armonia delle infinite variazioni di grigio.

 

Ombrello come segno tangibile e riconoscibile che ritorna nelle opere dell’artista (Concerto a Rivalta), quasi simbolo protettivo, traslazione o totem a cui ritornare in situazioni di imprevedibilità o difficoltà.

 

Maestria di contrapposizioni e di equilibrismi dove il soggetto prevale sullo sfondo e dallo stesso si allontana umanizzando la solitudine appena velata dai fiocchi di neve che continuano a cadere imperterriti su ogni forma che emerge dal nulla.

 

Nient’ altro in assoluto. Solo una traccia sul selciato fangoso del percorso di una direzione non detta ma che si perderà in un luogo sconosciuto dello spazio immaginabile e qualche ombra degli alberi e delle siepi che si alternano facendo ala al passaggio dell’unico ciclista, dell’unica figura in movimento nella sospensione del tempo nel finire di un giorno solitario nell’universo. Metafora della vita. Emblema dell’esistenza.

 

Rappresentazione dell’anima e del pensiero di Anna Monterotondo nel  controllo delle dinamiche imprevedibili e delle forze della natura attraverso un’aulica consapevolezza di potenzialità e di competenza linguistica.

 

Segno e colore di un’eleganza e di una semplicità assoluta dove significante e significato coincidono nella concretizzazione di un senso definito che raggiunge immediatamente il lettore senza ambiguità o incertezze, appagando lo stesso del bisogno di forma e di contenuti equilibrati e densamente espressivi. Appagamento di linee soffuse e di colori pastellati nella composizione organica di un testo figurativo di indubbia qualità artistica.    

 

Torino, 5 settembre 2012.

 

                                                                                  Mario Longo